Nemmeno il centrodestra aveva osato tanto. Nella zona dove sorgono i resti di una "testimonianza unica dell'assetto antico della costa teatina" (parole del Ministero del 1996), l'amministrazione Luciani non ha fatto nulla per rafforzare i vincoli già esistenti sul terreno (declassamento a zona agricola nel 1998, e zona 4 parchi urbani), né per valorizzare l'area di proprietà comunale. Invece ha autorizzato, prima la costruzione di un fabbricato adibito ad abitazione privata ed opificio per la trasformazione del ciliegio(?!?!) e dopo l'intervento della Sopraintendenza archeologica di Chieti, la quale stigmatizzava l'opera considerandola in contrasto con le normative, veniva autorizzato anche un secondo intervento a ridosso dei resti della Villa Romana che non aspetta altro di essere valorizzata, rappresentando una fortissima attrattiva turistica ed ambientale.