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Le ultime settimane hanno visto,forse per la prima volta, la condanna di amministratori e funzionari a risarcire di “tasca propria” 111.000 euro alle casse comunali per danno erariale. Parliamo naturalmente dell’amministrazione Angelucci che aveva consegnato la piscina comunale senza richiedere nessun corrispettivo al gestore sostenendo che, avendo questo fatto dei lavori per il funzionamento della piscina non era il caso di chiedergli nulla. La Corte dei Conti non l’ha pensata allo stesso modo ed ecco qui la condanna. Certo Angelucci ha annunciato il ricorso e da garantisti non possiamo che auspicarci che la verità e la giustizia prevalgano. Il fatto, tuttavia, è sintomatico di un modo di amministrare la cosa pubblica a Francavilla più volte denunciato su queste pagine e, in questo caso, censurato in primo grado dalla Corte. Possiamo fare altri esempi: la cessione pressoché gratuita di un pezzo del palazzetto dello Sport già dalla sua apertura, quella di spazi comunali (Torre Ciarrapico, sala del Circolo Tennis di Valle Anzuca) a privati o a società sportive solo sulla carta e ancora l’affidamento approssimativo in via sperimentale del Parco di Villanesi dove un giovane ha perso la vita per colpa di una catena. Quando si è stati costretti ad esperire una gara pubblica per la gestione della Sirena questa è durata più di dieci anni senza risultato. Sulla vendita della piscina si fondano molte delle speranze dell’Amministrazione Luciani di risollevare le sorti economiche del Comune. La vendita all’asta al rialzo, a partire da circa 3 milioni e 200 mila euro , porterebbe un po’ di ossigeno nelle asfittiche casse dell’ente. Da questa operazione, già avviata dall’amministrazione Di Quinzio, ilPD e l’IDV, nel 2010, presero le distanze. Anzi fu lanciata una petizione pubblica contro la vendita della piscina da PD, IDV e Uniti a Sinistra (vedi ritaglio de Il Centro pubblicato sopra), che anche all’interno della nostra festa del 2010 videro i responsabili di queste forze politiche snocciolare le motivazioni contro l’alienazione della struttura. Oggi PD e IDV devono “ingoiare il rospo”, in particolare l’attuale assessore al ramo Mario Giangiacomo, all’epoca segretario dell’IDV e co-promotore della petizione. D’altronde le elezioni le ha vinte Antonio Luciani personalmente e con le liste da lui create e nessun impegno si era preso con la città su questi temi. Anche i cambi di destinazione d’uso delle ex case vacanze erano sicuramente avversi al “PD e IDV pensiero” fino al voto della relativa delibera in Consiglio Comunale. E la questione del Porto turistico? Anche su questo PD e IDV, che hanno fatto parte del comitato contro la sua costruzione, diranno di sì a prescindere? Capisco che è facile parlare ed essere coerenti senza avere incarichi di amministrazione diretta e governare una città. Ma per fare questo occorre sempre rinunciare ad ideali, battaglie e posizioni politiche di cui si era convinti? Da cronisti e osservatori lo rimarchiamo lasciando al lettore ed agli elettori di dette forze politiche il giudizio.

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